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L’isola degli alberi scomparsi – Elif Shafak

elif-shafakTitolo: L’isola degli alberi scomparsi
Autore: Elif Shafak
Data pubblicazione: 14 Settembre 2021
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 368
Voto: 📖📖📖📖📖

Trama:
Nata e cresciuta a Londra, Ada Kazantzakis, sedici anni, non sa niente del passato dei suoi genitori. Non sa che suo padre Kostas, greco e cristiano, e sua madre Defne, turca e musulmana, negli anni Settanta erano due adolescenti in quell’isola chiamata Cipro. I due si vedevano di nascosto in una taverna di Nicosia, dalle cui travi annerite pendevano ghirlande d’aglio e peperoncini.
Non sa che al centro di quella taverna, testimone dei loro incontri amorosi, svettava un albero di fico. E non sa che l’albero, con le fronde che uscivano da un buco sul tetto, era lì anche quando l’eterno conflitto dell’isola, spaccata in due lungo la «linea verde», si era fatto più sanguinoso. Ora quello stesso albero cresce nel giardino dietro la casa di Ada: unico, misterioso legame con una terra dilaniata e sconosciuta, con quelle radici inesplorate che, cercando di districare un tempo lunghissimo fatto di segreti, violente separazioni e ombrosità, lei ha bisogno di trovare e toccare, per poter crescere.


“Il fatto è che nella vita, a differenza di quanto accade nei libri, le storie ci arrivano non tutte intere ma a pezzi, a schegge frammentate ed echi parziali, una frase compiuta qui, uno spezzone là, un indizio nascosto nel mezzo. Nella vita, a differenza di quanto accade nei libri, dobbiamo intessere le nostre storie con fili sottili come le venature impalpabili che percorrono le ali di una farfalla.”

Nella copertina de “L’isola degli alberi scomparsi” di Elif Shafak viene riportata una frase detta da Hanif Kureishi – drammaturgo e scrittore – che dice: “Una delle migliori scrittrici al mondo”.

Non posso che confermare, nel mio modestissimo parere, questa affermazione.
Elif Shafak credo che sia una delle scrittrici più talentuose di cui abbiamo la fortuna di poter godere nei nostri tempi.

La sua scrittura, il suo modo di parlare e descrivere le cose è davvero fuori dal comune, ha una capacità veramente straordinaria nel rendere qualsiasi concetto come una poesia elevata ma allo stesso tempo semplice e di impatto.

“La carne ha una memoria tutta sua; ricordi tatuati sulla pelle, strato dopo strato.

E’ una mappa, il corpo di un ex amante, che si trascina nelle sue profondità e ci riconduce a una parte di noi che credevamo di esserci lasciati alle spalle chissà quando, chissà dove. E’ anche uno specchio che mostra, per quanto pieno di schegge e incrinature, tutti i modi in cui siamo cambiati; e che, come ogni specchio, sogna di ridiventare intero.”

Io stessa mi rendo conto di quanto sia difficile per me esprimere a parole ciò che realmente riesce a trasmettermi questa autrice.
Ed è proprio qui la difficoltà che ho nel parlare dei suoi libri; mi rendo conto che qualsiasi opinione possa esprimere, qualsiasi parola possa dire, non renderebbe giustizia a ciò che lei riesce a comunicare e alla potenza dei messaggi che trasmette.

Per questo ho trovato doveroso fare questa introduzione.
A grandi linee io vi parlerò di questo libro, di ciò che parla e di quello che mi ha trasmesso.
Il consiglio più semplice che posso darvi però è: LEGGETELO!

Ne “L’isola degli alberi scomparsi” facciamo la conoscenza di Ada, ragazza di sedici anni che vive a Londra insieme a suo padre Kostas.
Da poco più di un anno, sua madre è morta e fra i due si è creato un divario che li sta allontanando.

Si rende conto inoltre che in verità lei non sa niente del passato dei genitori, delle sue origini o dei suoi parenti.
Sono sempre stati loro tre.
Ma improvvisamente la sorella di sua mamma decide di andare a trovarli, dall’isola di Cipro.
E da qui inizia a costruire e a rimettere in ordine dei tasselli del passato…

La narrazione di questo libro si alterna in più parti e in più punti di vista
Abbiamo quello di Ada, quello dei genitori dal passato e quello dell’albero di fico.
Elif Shafak è riuscita a portare in vita un albero di fico che parla, ci mostra realtà e verità grazie agli anni di vita che si porta alle spalle.

Quest’albero ha una sua storia personale e ci mostra tanti squarci della realtà e di come l’uomo reagisce e si comporta dai secoli dei secoli.

Tutto ciò che viene raccontato è di una profondità, saggezza, di una verità così pura e rivelatrice che ogni pagina è pregna di significato.
Penso sia uno dei libri in cui abbia sottolineato più parti e che mi abbia fatta ragionare su tanti aspetti della mia vita, di quella degli altri e di ciò che mi circonda.

“Greci e turchi sono come carne e unghia, si diceva una volta; non si può separare l’unghia dalla carne. Ma a quanto pare non era vero: si poteva eccome. La guerra è una cosa terribile. Qualsiasi guerra. Ma le guerre civili sono forse le peggiori, quando i vecchi vicini diventano i nuovi nemici.”

Mi ha fatto conoscere una parte della storia di cui non avevo conoscenza.
Quello che è accaduto nell’isola di Cipro è l’esempio di come l’uomo non riesca a concepire realtà che siano diverse dalla propria, anche quelle nate a due metri di distanza.

E questo divario, che diventa sempre più grande, è come un veleno che annebbia la mente e inasprisce l’animo umano.
E’ incredibile fin dove possa spingersi e quante vittime lascia nel suo cammino.

Elif Shafak ha fatto un lavoro magistrale e si nota quanta ricerca e lavoro ci sia dietro un libro del genere.
Posso dire con certezza che sicuramente è entrata nel mio cuore e tra le mie autrici preferite in assoluto.
Che fortuna essere capitata tra le sue pagine!

Spero di averle reso giustizia in parte e ringrazio Rizzoli per la copia cartacea.
Per il momento è tutto, alla prossima.