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Stirpe e vergogna – Michela Marzano

michela-marzano-stirpe-e-vergognaTitolo: Stirpe e vergogna
Autore: Michela Marzano
Data pubblicazione: 5 Ottobre 2021
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa biografica
Pagine: 413
Voto:  📖📖📖📖 ½

Trama:
Michela Marzano intreccia il passato familiare alle pagine più controverse della storia del nostro Paese. Michela non sapeva. Per tutta la vita si è impegnata a stare dalla parte giusta: i fascisti erano gli altri, quelli contro cui lottare. Finché un giorno scopre il passato del nonno, fascista convinto della prima ora.
Perché nessuno le ha mai detto la verità? Era un segreto di cui vergognarsi oppure un pezzo di storia inconsciamente cancellato? “Sono stata pure io complice di questa amnesia?” si chiede Michela dopo aver ritrovato una vecchia teca piena di tessere e medaglie del Ventennio.
Inseguendo il filo teso attraverso le vicende della sua famiglia, tra il nonno Arturo e il nipotino Jacopo, l’autrice ridisegna il percorso che l’ha resa la donna che è oggi, costellato di dubbi e riflessioni: il rapporto complicato con la maternità, il legame tra sangue, eredità e memoria, e quel passato con cui l’Italia non ha mai fatto davvero i conti. Il risultato è uno spietato autoritratto che va molto al di là del dato personale, in questo Paese di poeti, di eroi, di santi e (così pare, ad ascoltarne i nipoti) di milioni di nonni partigiani, mettendo in luce la rimozione collettiva dell’humus fascista in cui affondano le radici di molti alberi genealogici.
Tra romanzo e memoir, un libro dalla voce schietta e incalzante, che pur sospendendo il giudizio non smette di interrogarci e di invitarci a coltivare la memoria, perché “solo così si può sperare che certe cose non accadano più”.

 

Ho la coscienza a posto, mi dico nonostante l’angoscia.
Ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa, altrimenti crolla tutto.
Crolla quello in cui ho creduto sin da bambina, la certezza granitica di essere sempre stata dalla parte giusta della storia, il mio piccolo universo buonista.
Ho la coscienza a posto.


Stirpe e vergogna” di Michela Marzano è stata una lettura illuminante e, allo stesso tempo, sorprendente per diversi motivi.
Prima di tutto, mi ha mostrato un lato diverso per quanto riguarda il fascismo in Italia utilizzando un linguaggio specifico ma mai pesante.
Di conseguenza ha attirato la mia attenzione e l’ha mantenuta in tutta la lettura.

Inoltre, essendo una biografia dell’autrice stessa, ha arricchito il tutto anche con il suo bagaglio personale, non solo quello inerente all’argomento principale ma, in generale, alla sua vita.
Di fatto l’autrice si è aperta al lettore con episodi e fatti molto intimi che, in qualche modo, mi hanno fatta sentire vicino a lei e a ciò che scriveva.
Ma alla fine, di cosa parla “Stirpe e vergogna”?

“Michela Marzano non esiste. Atto di nascita, passaporto, carta d’identità, certificato di matrimonio: tutto attesta che la persona nata a Roma il 20 Agosto 1970 è Maria Marzano.”


Il nonno di Michela era un fascista.
Non ci sono se e non ci sono ma.
Questa è la dura realtà in cui si imbatte un giorno quando si rende conto che qualcosa non le torna.
Una vita passata a lottare per i diritti e le uguaglianze le sembrano improvvisamente una presa in giro, si sente macchiata nell’animo.

Il suo è quindi un percorso sul passato di suo nonno, cercando di capire quali sono i motivi e le ragioni per cui possa aver appoggiato un ideale come quello di Mussolini.

Insieme a questo percorso a ritroso nel passato, Michela si ritrova anche ad affrontare quello che è il suo percorso personale.
Ciò che l’ha portata in quel punto, ciò che le è mancato e di cui magari ha sempre sentito l’assenza nel tempo.

Un flusso di coscienza personale e intimo che non può non coinvolgere il lettore che magari si rispecchia in lei, nei rapporti con la sua famiglia, nel sentirsi sbagliata o estranea al mondo.
Ritornare in quel passato è un percorso doloroso ma che alla fine si rivela terapeutico e significativo.

Alcune domande trovano delle risposte, altre invece rimarranno sempre rinchiuse in quella parentesi che chiamiamo passato.
Una delle cose che ci insegna questo libro sicuramente è che, a un certo punto, dobbiamo slegarci da ciò che ci incatena, quel tarlo fisso che ogni tanto riemerge prepotentemente nella nostra mente e che cerca di affossarci di nuovo.

Ecco, di solito tentiamo di fuggirli.
Ma forse la vera medicina è proprio quella di affrontarlo di petto.

Sono contenta di aver ricevuto questa copia cartacea da Rizzoli perché mi ha permesso di conoscere un’autrice veramente interessante.
Spero in futuro di poter recuperare altre sue opere precedenti.

Consiglio vivamente questa lettura che si porta sulle spalle le radici del passato ma soprattutto ci mostra l’evolversi nel presente.

Per il momento questo è tutto.
Alla prossima!